Il caffè turco è molto più di una bevanda: è un vero e proprio patrimonio della cultura, un tesoro che è stato ufficialmente dichiarato Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
Una ricca tradizione, tanti benefici e un gusto affascinante sono solo l’inizio per raccontare la storia di questo caffè sorprendente.
La storia del caffè turco
Il caffè turco proviene ancora per la maggior parte dallo Yemen e l’immagine della carovana di cammelli che percorre una strada accidentata, ci ricorda il grande valore di questa bevanda. La storia di questo caffè è un lungo cammino iniziato intorno al 900-1000 d.C., un percorso che ha seguito le rotte delle navi dai lontani Paesi d’Oriente fino all’Europa.
Ci sono molte leggende che si narrano su questo caffè ma si può dire con sicurezza che già dal 1454 era possibile, in Yemen, sorseggiare questa famosa bevanda. Dalla penisola arabica, il caffè si diffuse ampiamente, toccando le coste del Mar Rosso, La Mecca e Medina, fino ad arrivare al Cairo. In più, in quei tempi, tale bevanda ebbe ancora più successo, dato il divieto di bere alcool imposto dal Corano, a tal punto da essere chiamato “Vino dell’Islam”.
Con la diffusione della religione islamica, intorno al 1517 il caffè si diffuse anche a Costantinopoli, e nacquero così i primi locali dove consumare questa bevanda. Alcuni di questi erano sfarzosi e lussuosi, contribuendo così alla fama del luogo, e di tale bevanda.
È invece intorno al 1615 che il caffè turco fece la sua apparizione in Europa, grazie appunto agli scambi commerciali tra il Medio Oriente e le città di Venezia e Napoli.
Nel corso del 16° secolo, dopo la conquista dell’Egitto e dello Yemen, anche l’Impero Ottomano si cimentò nella produzione di caffè, che divenne presto molto diffuso ad Istanbul.
Un aneddoto storico racconta che nel 1669, Müteferrika Süleyman Ağa venne inviato alla corte di Luigi XIV a Versailles, ma la sua permanenza fu molto breve perché si rifiutò di prostrarsi al monarca. Fu quindi espulso da Versailles e mandato a Parigi dove, nel suo lussuoso palazzo, divenne famoso e amato dalla società parigina grazie alla degustazione che offriva di una bevanda di colore scuro: il caffè turco.


Quali sono le tradizioni legate al caffè turco
Il caffè turco fa proprio parte della tradizionale ospitalità turca, un elemento irrinunciabile dell’immaginario legato alle terre del Medio Oriente. Questo caffè infatti racchiude in sé tanti significati che fanno sì che non si tratti di una semplice bevanda: è un modo per iniziare una conversazione, un momento cerimoniale per chiedere la mano di una donna, uno strumento per suggellare contratti e molto altro. Per noi il caffè è un piacevole momento di relax, ma in Turchia nasce con tutt’altro significato.
Una leggenda narra che i monaci mangiavano le bacche di caffè fino a quando, una notte, ne gettarono per caso alcune nel fuoco: sentendo nell’aria quel delizioso aroma, iniziarono a produrre con le bacche una bevanda fermentata, simile alla birra.
Grazie al suo potere stimolante, i monaci potevano stare svegli per tutta la notte, e pensarono subito si trattasse di una benedizione mandata da Dio per farli pregare fino al mattino.
Come si prepara il caffè turco
Ma come si fa il caffè turco? Si ottiene tramite l’utilizzo del cezve, un pentolino di rame in cui il caffè macinato finemente viene bollito direttamente nell’acqua, e servito poi con lo stesso fondo di polvere.
Le miscele di caffè da utilizzare sono quelle molto robuste, corpose ed amare, come la 100% arabica. La macinatura deve avvenire sul momento, per non perdere gli aromi, mentre la polvere deve essere molto fine, ancor più di quella dell’espresso.
L’acqua va portata a una temperatura di circa 92/93°C
Una volta portata alla temperatura adatta, solitamente si lascia in infusione la bevanda per circa 1 minuto e 45 secondi.
In questo modo, il caffè macinato va verso il basso e lo si deve lasciar decantare per poi essere servito con i fondi. La tazza ideale dovrebbe essere di forma cilindrica.