Il caffè, una delle bevande consumate con maggior frequenza da parte degli italiani, affronta un lungo procedimento di lavorazione prima di essere assaporato.
Ecco quali sono tutte le fasi del percorso che questa bevanda deve necessariamente affrontare e che le permette di essere gustata quotidianamente e venire apprezzata da parte dei consumatori.

Le piantagioni di caffè
La prima fase del percorso del caffè inizia dalla piantagione, dove vengono seminati i vari semini. Questa fase avviene, nella maggior parte dei casi, in zone dove il clima tende a essere caldo e abbastanza secco, ovvero nelle aree vicino all’Equatore: proprio per tale motivo i Paesi come il Brasile sono il luogo ideale nel quale sono presenti le piantagioni maggiormente vaste.
La semina del caffè viene effettuata con particolare attenzione e dopo qualche settimana è possibile notare i primi germogli: questi non vengono spostati prima di sei mesi, in quanto tale fase deve essere effettuata quando le piante raggiungo i 30 centimetri di altezza.
Anche la fase di coltivazione è abbastanza lunga: i primi frutti prodotti da queste piante vengono colti dopo quattro anni di attenta lavorazione e costante impegno e questo significa sostanzialmente che, inizialmente, le nuove piantagioni non sono produttive. Allo scadere del periodo di maturazione delle piante di caffè, queste offrono una produttività di circa quarant’anni e di conseguenza il rinnovo delle stesse avviene in tempistiche abbastanza lunghe.


La fase di raccolta dei chicchi
Le drupe di caffè pronte per essere sottoposte alla successiva fase di lavorazione sono quelle rossi. Per questo motivo la fase di raccolta deve avvenire con estrema cura, affinché sia possibile evitare che, dalle drupe, vengano estratti anche i fiori delle piante, i chicchi marroni e quelli verdi, con questi ultimi che devono ancora raggiungere la fase di maturazione.
Per quanto la raccolta delle drupe, generalmente viene utilizzata la tecnica denominata picking, la quale è maggiormente lunga ma, allo stesso tempo, precisa: ciò in quanto dalla pianta vengono estratti solo ed esclusivamente quelle rosse, ovvero quelli che possono poi essere sottoposti alla fase successiva di lavorazione.
Raramente si utilizza la fase di striping, che prevede l’estrazione dal ramo non solo dei chicchi maturi, ma anche del fiore e degli altri elementi che caratterizzano la pianta: tale procedura viene generalmente adottata qualora la pianta dovesse presentarsi con palesi difetti oppure è stata intaccata dagli insetti.
L'estrazione dei chicchi del caffè
I chicchi del caffè devono essere poi estratti dalle drupe in quanto la parte rossa e rotonda rappresenta il guscio che protegge gli stessi. Prima dello svolgimento di tale tipologia di operazione i chicchi vengono sottoposti a una scelta precisa in quanto questi devono superare dei test qualitativi rigidi grazie ai quali è possibile ottenere il migliore prodotto in assoluto.
Le fasi di estrazione possono essere due e quella principalmente utilizzata è quella a secco. In questo caso le drupe vengono poste al sole e protette con particolari teli in caso di pioggia, affinché questi non marciscano. Grazie a questa procedura le drupe si aprono da sole ma, ovviamente, la procedura necessita di essere controllata, ovvero queste devono essere mescolate affinché ognuna riceva la stessa quantità di sole e si apra. Successivamente le drupe non aperte vengono fatte essiccare in particolari macchinari.
La fase di lavaggio, invece, viene utilizzata nel momento in cui le drupe vengono raccolte col metodo del picking. In questo caso le drupe vengono poste prima in una vasca speciale contenente acqua a determinate temperature, grazie alle quali è possibile ottenere il chicco e la polpa. Successivamente si passa alla fase di lavaggio della polpa, con recupero del chicco e infine questi vengono messi a essiccare. Nella maggior parte dei casi la polpa viene poi utilizzata come fertilizzante per le piante di caffè, grazie al quale queste cresceranno in maniera maggiormente rigogliosa.

Il caffè e la fase di lavorazione finale
Una volta ottenuti i chicchi, alcuni di essi vengono venduti nella loro forma basilare mentre, altri, vengono sottoposti al processo di macinazione, il quale viene generalmente svolto da parte delle ditte che producono il caffè stesso.
In questo caso, dopo aver acquistato il caffè, le imprese si occupano della macinazione utilizzando un macchinario particolare grazie al quale è possibile ottenere la polvere dei chicchi, ovvero il caffè che viene utilizzato nella macchinetta oppure nella caffettiera. Ovviamente, prima di procedere con questa fase di lavoro, i vari chicchi vengono sottoposti a nuove verifiche in maniera tale che si possa avere la certezza che il caffè non abbia subito alcun tipo di contaminazione durante la fase di spedizione e stoccaggio.
Grazie a questo tipo di procedura, ovvero l’analisi, è possibile evitare che il caffè possa essere in qualche modo alterato nel suo aroma.
Una volta macinato avviene la fase di packing o conservazione per futuri confezionamenti: in entrambi i casi il caffè macinato è quello che viene adoperato per la preparazione della bevanda che la maggior parte delle persone consuma, ovvero il caffè originale, privo di additivi e miscelazioni varie.
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